Fattori chiave nel trattamento dei tessuti molli in chirurgia rigenerativa implantare – Tags:

Dott. Fabrizio Belleggia

Lunedì 13 maggio 2019 – Ore 19,30
Sala da Feltre, Via Benedetto Musolino 7, Roma

Nella chirurgia rigenerativa implantare un ruolo importante è ricoperto dai tessuti molli e nel modo in cui questi vengono gestiti, a prescindere dalla tecnica o dai materiali scelti per trattare il difetto osseo. La gestione di un lembo chirurgico in tutti i suoi aspetti, ovvero nel suo spessore, nel suo disegno, nella sua passivazione, fino ad arrivare alla sua sutura, è di fondamentale importanza per la buona riuscita dell’intervento di aumento osseo. La corretta scelta ed attuazione delle tecniche chirurgiche sono di fondamentale per una guarigione priva di complicanze e per la riuscita dell’intervento. Anche il periodo di attesa per la maturazione dei tessuti prima di effettuare l’intervento è un elemento da valutare per avere tessuti sani, pronti a ricevere il trauma chirurgico che consegue all’intervento. Una considerazione a parte merita la protesi provvisoria da dare al paziente durante il periodo di guarigione, che non dovrà nella maniera più assoluta comprimere o danneggiare i lembi.
Sebbene in letteratura non ci sia unanime consenso riguardo la necessità di avere un’adeguata banda di tessuto cheratinizzato attorno ai manufatti protesici su impianti, sempre più clinici considerano il fatto di avere mucosa masticatoria predisponga ad una migliore salute implantare ed una più favorevole prognosi a lungo termine, e che la sua mancanza sia associata a recessione gengivale, infiammazione, e perdita ossea marginale. La tecnica migliore per l’aumento della banda di tessuto cheratinizzato è l’auto-trapianto, con il prelievo di un innesto gengivale dal palato, e il suo posizionamento su un letto periostale che garantisca un supporto sanguigno ad un tessuto che è stato privato del proprio, per avere una rivascolarizzazione.
Al fine di migliorare l’estetica ed il profilo di emergenza delle corone protesiche, è possibile aumentare lo spessore dei tessuti molli allestendo un lembo a busta a spessore parziale ed imbustandoci dentro un tessuto connettivale prelevato dal palato. Questo intervento molto spesso eviterà interventi di aumento osseo, molto più invasivi, costosi e che richiedono tempi di trattamento più lunghi.
Qualora sia possibile, quando si estrae un dente è bene cercare di preservare tutto il tessuto di supporto possibile, non solo l’osso, ma anche la gengiva, per il successivo inserimento implantare. Le tecniche di preservazione alveolare e ricostruzione alveolare mirano non solo a creare un sito osseo implantare ideale, ma anche ad avere una quantità e qualità gengivale adeguata, tenendo conto anche di non distorcere la linea muco-gengivale per ovvi motivi estetici.

Foto del dottor Fabrizio Belleggia

DR. Fabrizio Belleggia

Laureato con lode in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, specializzato con lode in Chirurgia Odontostomatologica presso l’Università di Roma Tor Vergata. Ha ricoperto il ruolo di tutor presso la Clinica Odontoiatrica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore- Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma. E’ stato consulente di Implantologia e Chirurgia Orale presso l’Ospedale Generale “San Giovanni Calibita” Fatebenefratelli di Roma, socio attivo della Società Italiana di Implantologia Osteointegrata (SIO), fondatore e membro dell’Advisory Board della Osstem AIC-Italy (Advanced Dental Implant Research & Education Center), community scientifica di cui è stato presidente nel 2015-2016. Relatore a corsi e convegni sul tema di parodontologia, implantologia e chirurgia orale, argomenti di cui è autore di pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Attualmente esercita la libera professione nel proprio studio di Roma.

Lunedì 13 maggio ore 19,30
Conference Center Da Feltre
Via Benedetto Musolino, 7, 00154 Roma RM